Lo sai che Salerno è conosciuta come la città delle cento colonne? Passeggiando per il centro storico noterai che, in molti palazzi storici e chiese sono inglobati elementi architettonici di notevole pregio. Alcuni sono ben visibili e, per questo motivo, passano inosservati agli occhi dei salernitani stessi.
Le colonne hanno una duplice funzione, decorativa e statica, garantendo maggiore stabilità all’edificio stesso. Sono presenti lungo le facciate dei palazzi o negli angoli e per comprendere meglio il loro valore e funzione di queste colonne bisogna fare un passo indietro, risalendo all’evoluzione urbanistica della città di Salerno.
Salerno tra Longobardi e Normanni
Fu durante la corte del Principe longobardo Arechi II che Salerno conobbe il suo periodo di massimo splendore, fiorendo dal punto di vista sia urbanistico che culturale. Il sovrano decise di costruire la sua residenza nella parte bassa della città, vicino al mare, relegando la costruzione di chiese e monasteri nella parte più interna.
In seguito alla conquista normanna nel 1077 ad opera di Roberto il Guiscardo, Salerno continua a ampliarsi, con la realizzazione di altri edifici dedicati al culto religioso, come la Cattedrale, e il nuovo Palazzo Reale, Castel Terracena. Proprio in questo momento le colonne iniziano a comparire in città, di origine romana e provenienti da più località.
Le colonne del Quadriportico della Cattedrale
Nel quadriportico della Cattedrale di Salerno è possibile ammirare colonne e capitelli corinzi, risalenti all’epoca della prima età imperiale, molto probabilmente dal sacco di Roma. Le colonne sono tutte diverse l’una dall’altra, con fusti a volte lisci e a volte scanalati. Alcuni elementi provengono da antichi edifici di Paestum di origine tardo-repubblicana. Sempre da Paestum provengono i blocchi di travertino del basamento dell’alto campanile.
Colonne e capitelli sono presenti anche all’interno della stessa Cattedrale.
Dove si trovano le altre colonne a Salerno
Oltre che nell’area della Cattedrale e dell’adiacente Tempio di Pomona, sede della Curia arcivescovile, colonne di spoglio e capitelli sono disseminati lungo i tanti vicoli del centro storico: in via Mercanti, l’antica via Drapperia, un tempo c’erano eleganti porticati sorretti da colonne e qui i mercanti erano soliti svolgere le loro attività commerciali. Di questi portici esistono alcune tracce visibili, molte delle quali inglobate nei negozi ancora presenti lungo la strada.
Addentrandoci sempre di più nel centro storico sono visibili archi, fusti, colonne con capitelli che un tempo erano parte della Reggia di Arechi. Altre colonne sono presenti in Vicolo della Neve e nei pressi di San Pietro a Corte.
Nei pressi della chiesa longobarda di Santa Maria De Lama c’è un piccolo fusto con capitello a calice. Nella parte alta della città, su Via Tasso, ci sono ulteriori tracce di colonne, questa volta con capitelli dorici.
Scendendo di nuovo verso il mare, nei pressi di Vicolo Municipio Vecchio si incontra un’altra colonna, composta da un fusto liscio e capitello corinzio inglobato nella parete.
Altre colonne sono presenti nei pressi di Palazzo Fruscione: in marmo bianco, una presenta il fusto istoriato a bassorilievo, l’altra è liscia, con capitello a foglie grandi e volute sovrastanti.
Lungo Vicolo Aldebenga, quasi nei pressi di Palazzo D’Avossa, ci sono due colonne con capitelli dai quali parte un arco a sesto acuto. Entrambi i capitelli sono corinzi, dal fusto liscio da cui sovrastano abachi, anch’essi lisci.
Proseguendo verso la parte est della città si incontrano colonne nei pressi del Convento di San Michele e sul pronao del monastero di San Benedetto: qui sono presenti tre archi a tutto sesto sorretti da colonne con capitelli corinzi di età adrianea.
Le colonne di Salerno sono solo un piccolo esempio della bellezza sparsa in giro per la città, particolari che possono essere colti da un occhio attento passeggiando tra i vicoli del centro storico. A Salerno non ci sono solo edifici di valore storico e culturale ma anche piccoli segni da cogliere, testimonianza di un passato glorioso. Per ricordarne il valore storico e culturale, la guida turistica Maria Settembre ha ideato un cortometraggio diretto da Roberto Cicco, il cui spettatore viene guidato in un itinerario inedito in giro per la città.