Ho avuto la fortuna di visitare il Castello Aragonese di Ischia a inizio agosto e ammetto di essere rimasta stupita dalla bellezza del posto, negli anni diventato il vero simbolo dell’Isola Verde, così rinominata per la presenza di una pietra tufacea di origine vulcanica di colore verde.
Ischia è la più grande tra le isole dell’arcipelago di Napoli e, per quello che offre, può essere vissuta in ogni stagione. Terme, mare, offerta gastronomica e turistica, c’è solo l’imbarazzo della scelta. In tanti, purtroppo conoscono Ischia solo per questi aspetti, dimenticando di inserire durante la loro permanenza sull’isola proprio la visita al Castello Aragonese, simbolo indiscusso dell’isola da sempre.
Nel mio post ti racconto la particolare storia del Castello Aragonese di Ischia, fornendo tutte le informazioni utili per organizzare la visita.
Come raggiungere il Castello Aragonese
In pochi sanno che il Castello Aragonese di Ischia è un’isola nell’isola, paragonabile a una scatola cinese al cui interno si trovano chiese, conventi, un carcere e un terrazzo coltivato a vigneti.
Una lingua di terra di 230 metri separa il Castello dal resto dell’isola, una fortezza costruita sull’isolotto proprio di fronte Ischia a difesa dell’isola stessa. La sua posizione così particolare lascia presagire che da qui è possibile ammirare panorami unici al mondo.
Situato nella zona di Ischia Porto, il Castello è raggiungibile direttamente dal Porto o a piedi, camminando per circa mezz’ora, o con bus o taxi. Durante la mia permanenza a Ischia ho utilizzato i mezzi pubblici per raggiungere il Castello Aragonese. Il bus di linea n. 7 parte dal porto di Ischia ogni 15 minuti circa e la fermata dista circa 300 metri dall’ingresso. Il costo della singola corsa è di € 1,50.
La storia del Castello Aragonese
L’isolotto su cui sorge il Castello è di origine vulcanica e si estende in altezza per 113 metri. Inizialmente l’area era accessibile solo via mare grazie a una scala esterna che conduceva direttamente alla fortezza. Successivamente Alfonso d’Aragona fece costruire il ponte di collegamento per facilitare il raggiungimento al Maschio.
L’edificazione del primo castello risale al 474 a.C. Inizialmente era conosciuto come castrum Gironis, il castello di Girone, dal nome del suo fondatore, Gerone I tiranno di Siracusa, il quale contribuì alla sconfitta dei Tirreni contro i Cumani. Questi ultimi, per dimostrare riconoscenza per il supporto ricevuto, donarono a Gerone l’intera isola.
Successivamente il forte fu occupato dapprima dai Partenopei e successivamente dai Romani, i quali fondarono la colonia di Aenaria. Da questo momento al Castello fu attribuito un ruolo difensivo per Ischia e fu costruito un primo insediamento abitativo e della alte torri di sorveglianza per avvistare eventuali attacchi nemici via mare.
Alfonso I d’Aragona, un sovrano illuminato
Ma è grazie all’opera di Alfonso I d’Aragona che il Castello assume una duplice funzione, ovvero roccaforte in tempo di guerra e residenza reale in tempi di pace. Venne realizzata la stupefacente galleria d’accesso, illuminata da lucernari con funzione difensiva: dall’alto pietre e pece bollente venivano gettate sui nemici.
Col dominio aragonese il Castello raggiunge il periodo di massimo splendore, soprattutto grazie alla guida illuminata di Costanza d’Avalos e Vittoria Colonna. Quest’ultima sposò Ferrante d’Avalos nella Cattedrale del Castello e ci visse per molti anni, dedicandosi all’arte alla cultura, creando un cenacolo letterario di grande importanza che ebbe tra i suoi componenti Bernardo Tasso. In questo periodo il Castello diventa un vero e proprio centro urbano, arrivando ad essere abitato da quasi 1900 famiglie.
Il triste declino
Poco dopo la morte di Costanza d’Avalos, termina il dominio aragonese e il Castello passa prima in mani spagnole e poi in quelle austriache. Da questo momento inizia il declino e il conseguente spopolamento dell’area: il numero degli abitanti cala drasticamente, arrivando a contare solo 250 abitanti. C’è bisogno di coltivare nuove terre e il Castello non riesce a soddisfare le esigenze di sostentamento del popolo, pertanto gli abitanti dell’isola si spostano altrove per dedicarsi prevalentemente alla pesca e alla coltivazione delle terre. A peggiorare la situazione una terribile pestilenza che decima ancor di più gli abitanti del Castello.
Nel 1737 gli spagnoli tornano ad impossessarsi dell’isola, Castello compreso. Restano funzionanti solo il carcere, la Cattedrale dell’Assunta, il convento delle Clarisse e il palazzo vescovile. Con la nascita della Repubblica Partenopea del 1799, il Castello diventa sede di un rigido carcere per dissidenti politici.
Il definitivo spopolamento del Castello avviene con l’editto di Gioacchino Murat nel 1809. Successivamente la fortezza diventa residenza per soldati in pensione prima e istituto di pena poi.
Con l’Unità d’Italia avviene la soppressione del carcere politico e anche Ischia diventa parte del Regno d’Italia, rientrando nel Demanio Statale.
Nuova vita per il Castello
Nel 1912 il Castello Aragonese viene acquistato all’asta da Nicola Ernesto Mattera, evento che ne segna la rinascita culturale nonchè fortuna contemporanea: il lungimirante avvocato ischitano sceglie il Castello come sua dimora, avviando una lenta e graduale azione di restauro.
Dal 1967 il Castello è suolo non edificabile in quanto monumento nazionale. Ad oggi tutte le attività e gli interventi di manutenzione sono autofinanziate dal costo del biglietto di ingresso, senza ricorrere a contributi pubblici.
Il Castello Aragonese di Ischia: il percorso
La prima cosa che colpisce è l’aspetto curato del Castello, tutto è molto ordinato, dai sentieri ai giardini interni. Impossibile non notare la chiesa dell’Immacolata, soprattutto per le dimensioni della sua cupola e la vista dalla terrazza è imperdibile.
La parte meridionale del Castello ha le sembianze di un vero è proprio villaggio agricolo, con strade fatte di ciottoli ai cui lati si incontrano forni, cisterne e cantine.
Proseguendo la visita si incontra il convento di S. Maria della Consolazione, al cui interno erano ospiti le monache dell’ordine delle Clarisse. Le donne erano le figlie primogenite di famiglie abbienti, destinate alla vita monacale per lasciare l’eredità al primo figlio maschio. All’interno del convento e più precisamente nel cimitero sotterraneo, le monache erano solite pregare al cospetto dei corpi delle monache morte e lasciati essiccare. Il processo di decomposizione della carne era lento e gli umori venivano racconti in vasi. A processo completato le ossa erano adagiate nell’ossario. Tale pratica era conosciuta con il nome di “scolatura dei corpi” e serviva a far capire alle novizie che il corpo altro non era che un contenitore dell’anima. Puoi ben immaginare che in un ambiente così malsano, la trasmissione di malattie era all’ordine del giorno.
Nella Cattedrale della Assunta sono degne di nota le decorazioni risalenti al Trecento coperte successivamente da stucchi barocchi. Costruita sui resti della precedente cattedrale andata distrutta a seguito dell’eruzione vulcanica del 1301, fu sede del matrimonio tra Vittoria Colonna e Ferrante d’Avalos.
Sotto la cattedrale si trova la cripta gentilizia consacrata a S. Pietro, alla quale si accede attraverso una doppia rampa di scale. Al suo interno sono presenti degli affreschi di pregio. Alle pareti trovano posto stemmi e figure di santi delle famiglie nobili qui sepolte.
Informazioni utili per visitare il Castello Aragonese
Il Castello è aperto tutto l’anno, 7 giorni su 7, dalle 9 fino al tramonto. In questo particolare momento storico, prima di organizzare la visita, vi consiglio di consultare gli organi ufficiali del Castello.
Il percorso completo è lungo circa 2 km ed è organizzato in diverse tappe. La durata è di circa 2 ore e gran parte del percorso è all’aperto. Indispensabile l’utilizzo di scarpe comode.
Il biglietto di ingresso ha un costo di € 10,00, con riduzioni a seconda dell’età.
Spero che questo post sul Castello Aragonese di Ischia sia stato di tuo gradimento. Ci sei mai stato? Ti invito a seguirmi su Instagram per scoprire altre curiosità legate ai miei viaggi.