Scopriamo insieme cosa vedere ad Avella.
Ho avuto la fortuna di visitare Avella qualche settimana fa, complice un evento organizzato da Yallers Campania in collaborazione con le guide di Avellarte. Un bellissimo borgo in provincia di Avellino immerso nel parco regionale del Partenio con una vista privilegiata sul Vesuvio.
Avella è una delle località turistiche più conosciute dell’Irpinia e vanta una posizione strategica, a poca distanza da Napoli, Pompei e Caserta. Deve la sua fama alla coltivazione delle nocciole, dalla quale trae origine il nome del paese.
L’autunno è la stagione ideale per visitare Avella e se hai la passione come me per i luoghi ricchi di testimonianze storico e archeologiche, è la meta che fa per te! Ma cosa c’è da vedere ad Avella e perchè è così famosa? Ti invito a continuare a leggere questo post e troverai tutte le informazioni utili per organizzare la tua visita.
Le origini di Avella
Avella è stato uno dei centri più piccoli della Campania Felix. Sono diverse le ipotesi avanzate sull’origine del suo nome. Secondo Plinio trae origine dalle nocciole (abellane) di cui il territorio è ricco. Per Ambrogio Leone, invece, prende il nome dai venti che si abbattevano sulla zona (vertigine ventis). Altri studiosi, invece, sostengono che il nome Avella derivi dal latino aberula, ovvero cinghiale.
Per la sua posizione strategica, sin dalla preistoria Avella è stato crocevia di diverse civiltà. La presenza umana è accertata già in epoca paleolitica superiore mentre i primi insediamenti urbani risalgono alla fase appenninica.
Negli anni ha risentito dell’influenza delle colonie greche, per poi passare sotto varie dominazioni, tra cui Osca, Sannita ed Etrusca. Nel 339 a.C. si offrì a Roma, seguendo le sorti dell’impero.
Con le invasioni barbariche, Avella fu prima saccheggiata da Alarico nel 410 a.C. e successivamente dai Goti e dai Longobardi. Durante gli anni bui del Medioevo, il borgo divenne feudo dei Normanni, governato dalle potenti famiglie degli Orsini e i Caracciolo.
Cosa vedere ad Avella
L’Anfiteatro Romano
L’anfiteatro romano di Avella non è l’unico presente in Campania, di notevole importanza storica anche quelli di Pozzuoli, Santa Maria Capua Vetere e Benevento. E’ la cornice in cui è inserito a rendere così speciale l’anfiteatro di Avella, coccolato dal Parco Regionale del Partenio e dagli alberi di nocciole.
Costruito nel I secolo a.C., l’anfiteatro di Avella rappresenta il primo nucleo del Parco Archeologico dell’antica Abella, unico monumento visitabile della città romana.
L’anfiteatro presenta una lunghezza di 60 metri ed è largo 35, con una forma ellittica a doppia arcata. La parte superiore dell’anfiteatro purtroppo è andata distrutta ma quella inferiore si è ben conservata. A differenza degli altri anfiteatri campani, quello di Avella si distingue per l’assenza dei cunicoli e locali sotterranei. Per avere un’idea di come fosse bisogna far riferimento alla sua riproduzione sulla base della statua dedicata a Lucio Egnazio Invento: si nota la presenza di tre ordini, la cavea più prestigiosa, quella media e la summa cavea, dove gli spettatori si accomodavano in base alle loro categorie sociali.
All’anfiteatro di Avella si accedeva tramite due porte, la Porta Triumphalis, orientata verso la città, e la Porta Libitinensis, da cui uscivano i gladiatori caduti in combattimento
Il Castello di San Michele
Da appassionata di castelli non potevo perdere la visita al castello di Avella! Costruito dai Longobardi nel VII secolo d.C. e dedicato a San Michele Arcangelo, il castello è la sintesi delle tecniche costruttive militare usate in Campania tra il VII e XIV secolo d.C. Grazie alla sua posizione altamente strategica, dominava tutto il territorio circostante.
Il castello sorge su una collina a 320 m s.l.m e la fortificazione è costituita da tre aree distinte, il Palatium Mastio con la sua torre cilindrica alta 20 metri circondata da ben due cinta murarie, una di origine normanna e l’altra longobarda, e nove semitorri. Sono presenti alcune finestre e, internamente, alcuni locali sovrapposti, comunicanti tra loro tramite botole.
Al castello di Avella è legata la leggenda che ha per protagonisti due innamorati, Cofrao e Bersaglia. Di origine persiana, i due giovani giunsero ad Avella per sfuggire all’ira della famiglia di Cofrao, in quanto principe ereditario destinato a salire sul trono a breve. Costruirono il castello e ci andarono a vivere ma, dopo poco, Bersaglia si ammalò di un male oscuro che la portò alla morte dopo una breve agonia. Affranto, Cofrao decise di rientrare in Persia ma, appena in groppa al suo cavallo, sentì una soave melodia proveniente da una lira accompagnata da una voce femminile, quella della sua amata.
Mentre stava tornando verso il castello, il cavallo disarcionò Cofrao facendolo cadere. Poco prima di svenire il giovane notò un panno sporco di sangue su cui c’era scritto: “come in vita ci ameremo anche in morte”. Alzatosi a fatica, Cofrao notò una distesa di tombe e una in particolare era vuota. Il giovane ormai senza forze cadde di nuovo, abbandonandosi nei pressi della tomba vuota e cadendovi dentro.
Per celebrare l’amore dei due giovani, gli abitanti di Avella seminarono nei pressi del castello i semi di agave, qui nota come a ‘mmiria, ovvero l’invidia, che ritenevano causa della morte dei due innamorati.
La necropoli
Altra tappa imperdibile da vedere ad Avella, è la necropoli monumentale, le cui origini risalgono all’età tardo ellenistica e prima età imperiale.
L’area è dominata da quattro mausolei funerari, appartenenti a famiglie nobili e realizzati in opus incerta o reticolata. Sono costruzioni con base quadrata, con o senza camera sepolcrale, la cui parte superiore è occupata da edicole o da un’ambiente superiore circolare o poligonale e dominata da una cuspide, ovvero un’elemento architettonico triangolare.
Il Palazzo Baronale di Avella
Il Palazzo Baronale di Avella sorge in pieno centro storico e la sua origine risale alla prima metà del XVI secolo. Di grande importanza è il giardino Livia Colonna, realizzato su disegno di Luigi Vanvitelli e dominato dall’imponente fontana marmorea raffigurante la divinità del Nilo associata alla presenza del fiume Clanio.
Il Palazzo Baronale ospita il Museo Archeologico e Virtuale, dove sono conservati i numerosi corredi funebri ritrovati in zona.
Convento Francescano S.S. Annunziata
Il Convento dei Frati Minori Osservanti è stato costruito tra il 1580 e il 1589. All’interno della chiesa sono conservate alcune testimonianze figurative di notevole pregio, tra cui l‘Imago Trinitas e un dipinto di Leonardo da Pistoia. Accanto alla Chiesa è stato edificato un Chiostro caratterizzato da un bellissimo colonnato realizzato con i marmi dell’antico anfiteatro romano.
Chiesa di San Giovanni
Assolutamente da vedere ad Avella è la Chiesa di San Giovanni, simbolo dell’architettura in Irpinia e il suo nome è strettamente legato a quello di Luigi Vanvitelli. La Chiesa ospita inoltre diverse opere di Nicola Malinconico, Odoardo Fischetti e Decio Tramontano.
Dove mangiare ad Avella
Dopo una giornata in giro tra le meraviglia di Avella, vi consiglio di fermarvi per pranzo al ristorante dell’Azienda Agricola Il Moera, che offre piatti a base di prodotti tipici a km 0. Il Moera dispone di una bottega agroalimentare dove è possibile acquistare tantissime delizie a base di aglio orsino, nocciola avellana e zucca in agrodolce. Assolutamente da provare la crema spalmabile di nocciole e le tisane di erbe autoctone.
Organizzare la visita ad Avella
Avella rientra tra i luoghi di cultura del circuito Artecard. I possessori della card possono visitare l’Anfiteatro romano, la necropoli e il Castello a una tariffa ridotta di euro 2,00 a persona, comprensivo di servizio navetta e guida. Per gli altri visitatori il costo del biglietto cumulativo è di euro 5,00 a persona. La visita avviene previa prenotazione.