Il Ponte dei Diavoli a Salerno è una struttura imponente nel cuore della città che non passa certo inosservata. Per tanti salernitani è un pezzo di storia, un guardiano a protezione del centro cittadino.
In realtà il Ponte dei Diavoli altro non è che l’antico acquedotto medievale di Salerno, situato ai piedi della collina Bonadies, poco sotto il Castello Arechi. Dietro la sua costruzione si cela un’antica leggenda, ovvero il patto tra l’alchimista Pietro Barliario e il Diavolo in persona.
La figura di Pietro Barliario
Ma chi era in realtà Pietro Barliario? Un’alchimista, uno stregone, un uomo a metà tra storia e leggenda.
Appassionato di studi esoterici, della sua vita si hanno poche notizie certe. Si sussurra fosse seguace di Virgilio, di qui il suo peregrinare sulle orme del Sommo Maestro tra la Napoli Angioina e Salerno.
Alcune ricerche attribuiscono il suo nome a un personaggio realmente esistito, tale Pierre Terrail de Bayard, un cavaliere medievale francese distintosi in epiche battaglie del XVI secolo in Italia.
Altri sostengono che in realtà Pietro Barliario fosse il filosofo e teologo francese Pierre Abélard.
Esperto di chimica, Pietro Barliario era conosciuto a Salerno soprattutto per la leggenda che circolava sul suo conto, ovvero della stretta amicizia che aveva con il Diavolo, che ne ricambiava la stima con diversi favori, tra cui la possibilità di sedurre tutte le più belle donne della città.
Una sera, però, il Diavolo decise di punirlo, invidioso del suo successo. Approfittando del fatto che Barliario non era nel suo laboratorio, il Diavolo attirò con un tranello i due nipotini di quest’ultimo, Fortunato e Secondino. I bambini entrarono nel laboratorio attirati da un libro magico che, una volta aperto, sprigionò una sostanza velenosa che non diede loro scampo. Al suo ritorno Berliario trovò i due piccoli ormai privi di vita e dal dolore impazzì. Il suo viso iniziò ad invecchiare rivelando così il suo vero aspetto.
Dopo la morte dei suoi nipotini, Pietro Barliario rinnegò la magia a cui si era dedicato fino a quel momento. Si recò nella Chiesa di San Benedetto e si gettò ai piedi dell’altare, ai piedi del crocifisso. Qui trascorse tre giorni e tre notti a piangere, in preghiera, chiedendo il perdono per i peccati commessi. All’alba del terzo giorno si compì il miracolo: il Gesù Cristo aprì gli occhi in segno di perdono.
In segno di ringraziamento Pietro Barliario decise di entrare in convento, scegliendo l’ordine benedettino. La sua nuova casa divenne proprio il Convento di San Benedetto, dove dedicò gli ultimi anni della sua vita alla medicina.
Da questa leggenda popolare ha preso origine il Miracolo di Barliario, che negli anni ha richiamato a Salerno molti pellegrini desiderosi di pregare dinanzi al Crocifisso considerato miracoloso.
Pietro Barliario e il Ponte dei Diavoli
Un po’ Faust, un po’ amante della ricerca, Barliario aveva a cuore le sorti di Salerno. Desideroso di dotare la città di risorse idriche adeguate, decise di chiedere aiuto al Diavolo, che fino a quel momento credeva gli fosse amico, riuscendo a costruire l’intero Acquedotto in una sola notte. In cambio di questo favore il Diavolo chiese all’alchimista che qualunque anima passasse sotto il ponte dopo il tramonto, fosse a lui sacrificata.
Per questo motivo ancora oggi, secondo la superstizione popolare salernitana, bisogna stare alla larga dal Ponte dei Diavoli tra il tramonto e l’alba, perché sotto quei misteriosi archi si rischia di incontrare demoni e spiriti maligni.
Alto 21 metri e lungo 650 metri, il Ponte dei Diavoli presenta una struttura ad archi ogivali. Proprio la particolare forma degli archi ha fatto sì che si diffondesse la leggenda che il ponte fosse luogo di magia nera.
Il Ponte dei Diavoli e la Scuola Medica Salernitana
La leggenda del Ponte dei Diavoli di Salerno oltre ad essere anacronistica è inverosimile, visto che Barliario visse in un periodo successivo all’edificazione degli Archi. La storia dell’Acquedotto è strettamente legata ad un’altra leggenda, quella della massima istituzione della storia di Salerno, ovvero la Scuola Medica Salernitana.
Sotto il Ponte dei Diavoli si incontrarono, per ripararsi in una notte burrascosa i quattro fondatori della Scuola Medica Salernitana: l’arabo Adela, il greco Ponto, l’ebreo Elino e il latino Salerno. I quattro erano feriti e si presero cura l’un dell’altro, meravigliandosi delle tecniche mediche che ciascuno aveva utilizzato.
Tale leggenda riassume un po’ ciò che avvenne in quegli anni (IX – X secolo) a Salerno, crocevia multiculturale e multietnico, centro di contaminazione delle conoscenze mediche più importanti tra le varie comunità presenti in città (latina, greca, araba ed ebraica). L’esistenza stessa di questa leggenda ambientata presso l’Acquedotto medievale fa comprendere quanto il Ponte dei Diavoli fosse un luogo ben noto e riconoscibile non solo a Salerno, ma probabilmente in tutto il Mezzogiorno d’Italia.