La Scuola Medica Salernitana è da sempre l’orgoglio più grande della città di Salerno, un’istituzione così prestigiosa tanto da essere conosciuta in tutto il mondo.
La sua nascita risale all’Alto Medioevo: non c’è una data precisa, alcuni documenti lasciano però intendere l’XI secolo. Sulle origini della Scuola Medica Salernitana aleggia una bellissima leggenda, quella dell’incontro tra quattro maestri, delle vere eccellenze per l’epoca.
Le origini della Scuola Medica Salernitana
Nel post dedicato a Pietro Barliario vi avevo già parlato del leggendario incontro avvenuto all’ombra del Ponte dei Diavoli: si narra fosse una notte burrascosa quando sotto gli archi dell’Acquedotto dell’Arce trovò riparo il pellegrino greco di nome Pontus.
Sotto lo stesso ponte si era rifugiato anche il latino Salernus che, intento a medicare le proprie ferite, si vide avvicinare da Pontus, curioso di apprendere la tecnica medica utilizzata. Ai due si unirono l’ebreo Helinus e l’arabo Abela, anche loro incuriositi dal modo di curare la ferita: si scoprì che i quattro erano studiosi di medicina e decisero di mettere insieme le loro conoscenze per dare vita a una scuola per trasmettere agli altri il loro sapere medico.
In quegli anni i Longobardi, successori del principe Arechi II, erano i dominatori Salerno. Non c’erano scuole in cui si insegnava la medicina e le conoscenze venivano trasmesse in maniera orale.
L’evoluzione della Schola Salerni
La Scuola Medica Salernitana visse gli anni di massimo splendore tra l’XI e il XIII secolo: Salerno godeva di una posizione ottimale, con un porto al centro del Mediterraneo che favoriva gli scambi interculturali. La cultura latina era fortemente influenzata da quella araba e bizantina e i libri su cui studiavano gli aspiranti medici provenivano proprio da queste zone. A Salerno giunse da Cartagine il medico Costantino l’Africano, provvedendo tra l’altro alla traduzione di numerosi testi di medicina dall’arabo.
I principi della Scuola Medica Salernitana si basavano sulle teorie umorali di Ippocrate e per questo motivo Salerno prese il titolo di Hippocratica Civitas.
La fama della Schola Salerni cresceva sempre di più e la città era diventata sia meta di studenti desiderosi di apprendere l’arte della medicina che di malati bisognosi di cure. Numerosi i manoscritti che confermano il prestigio dei medici di Salerno, i quali svilupparono un approccio empirico e diretto con i pazienti e la materia, arrivando a definire per primi il concetto di prevenzione.
Il 1231 fu un anno cruciale per la Scuola Medica Salernitana, in quanto l’imperatore Federico II emanò la Costituzione di Melfi, che attestava la creazione di un vero e proprio programma di studi. Qualche anno dopo (1280) Carlo II d’Angiò approvò lo statuto che riconosceva la scuola come Studium generale in medicina, antesignana di quella che da lì a qualche anno sarebbe stata l’università intesa all’odierna maniera.
Il declino
Proprio la nascita delle Università, soprattutto dopo la fondazione di quella di Napoli, sancì il declino della Scuola Medica Salernitana, la cui chiusura avvenne per mano di Gioacchino Murat nel 1811 in occasione della riorganizzazione dell’istruzione nel Regno di Napoli. Fu Palazzo Copeta ad ospitare, come ultima sede, la Scuola Medica Salernitana.
Rimasero attive solo le cattedre di Medicina e Diritto, trasferite presso il Convitto Nazionale Torquato Tasso, soppresse definitivamente all’indomani della nascita del Regno d’Italia.
Le regole della Scuola Medica Salernitana
Il Regimen Sanitatis Salernitanum conteneva gli insegnamenti della Scuola Medica Salernitana: scritto in versi per essere ricordato facilmente, raccoglieva i consigli e i rimedi per preservare il corretto stato di salute, adeguando il proprio stile di vita ai ritmi naturali dell’ambiente e dell’organismo: dieta, passeggiate, riposo e moderazione.
Gli insegnamenti erano il frutto della consuetudine popolare, un lavoro collettivo raccolto e commentato dal medico catalano Arnaldo da Villanova nel XIII secolo. Il genere era quello dei tacuina sanitatis, dove accanto all’illustrazione degli elementi della natura era presente quello degli alimenti, degli stati d’animo e delle stagioni, per preservare la salute mantenendo l’armonia tra uomo e natura.
Il corpo principale si arricchì nel corso degli anni, arrivando a contenere 3520 versi:
…se vuoi star bene, se vuoi vivere sano,
scaccia i gravi pensieri, l’adirarti ritieni dannoso.
Bevi poco, mangia sobriamente;
non ti sia inutile l’alzarti dopo pranzo;
fuggi il sonno del meriggio;
non trattenere l’urina, né comprimere a lungo il ventre;
se questi precetti fedelmente osserverai, tu lungo tempo vivrai.
Se ti mancano i medici, siano per te medici
queste tre cose: l’animo lieto, la quiete e la moderata dieta…
Le Mulieres della Scuola Medica Salernitana
Alla Scuola Medica Salernitana le donne potevano accedere sia come insegnanti che studentesse. Le mulieres salernitanae venivano apprezzate sia per il loro talento che per la stesura di opere teoriche e la più famosa fu Trotula de Ruggiero, autrice del trattato De passionibus mulierum ante in et post partum che segnò la nascita della ginecologia e ostetricia.
La candidatura a patrimonio dell’Unesco
È notizia di qualche mese fa la candidatura della Scuola Medica Salernitana a patrimonio del’Unesco: il protocollo è stato ufficializzato dal Comune di Salerno, l’Università degli Studi di Salerno, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e paesaggio per le Province di Salerno e Avellino e la Scuola Medica Salernitana. Il riconoscimento potrebbe arrivare al termine dell’iter della durata di quattro anni. Nel frattempo il primo passo è stato compiuto e non ci resta che sperare nell’agognato riconoscimento.