La Pasqua in Campania è una festività molto sentita e, oltre alle celebrazioni religiose, con gli anni si sono tramandate molte tradizioni popolari.
Un tempo la Pasqua era il periodo delle grandi pulizie in casa, rito di rinnovamento in occasione delle feste ma anche l’inizio della primavera.
Quali sono le tradizioni della Pasqua in Campania? Scopriamole insieme.
Pasqua in Campania: lo struscio
Il Giovedì Santo a Napoli è il giorno dello struscio: nel Settecento questo rito era molto sentito ed aveva un significato poco legato alla religione. Lo struscio era la passeggiata, un’ occasione per uscire, incontrare gente e farsi vedere con gli abiti nuovi. Il suo nome deriva dall’azione di “strusciare, strofinare” i piedi sull’asfalto quando si cammina.
Per evitare l’affollamento delle strade, Ferdinando I di Borbone emanò un decreto che vietava la circolazione delle carrozze dal Giovedì al Sabato Santo. Tale decreto era però troppo restrittivo e in seguito si decise di limitare il blocco solo a Via Toledo.
Il Giovedì Santo era il giorno in cui il volgo visitava i Sepolcri mentre il Venerdì Santo i nobili continuavano a dedicarsi allo struscio, ostentando la loro ricchezza per via Toledo.
Con gli anni questa tradizione si è persa e solo in alcuni paesi o quartieri viene osservata ancora.
Fino all’Ottocento la Pasqua era considerata una festa di ostentazione del lusso e dello sfarzo. L’incenso proveniente dalle ricche case e dalle chiese invadeva l’aria, il profumo delle pastiere si diffondeva per le strade e le donne della borghesia sfoggiavano i loro abiti più belli.
Dopo aver osservato il digiuno quaresimale il popolo arrivava alla Pasqua e affamato, attendendo di assaggiare tutte le pietanze pasquali senza mezze misure.
Pasqua in Campania: il triduo Pasquale
Il Giovedì Santo è il giorno dei Sepolcri e della lavanda dei piedi. Il rito prevede l’adorazione e la visita di almeno 7 chiese principali.
Il colore associato al Triduo Pasquale è il viola, che rappresenta la spiritualità e lutto: gli arredi sacri si spogliano e si copre il Crocifisso con un drappo e i paramenti violacei.
Il clima di dolore e sofferenza si accentua ancor di più con l’evocazione della Via Crucis del Venerdì Santo, rappresentazione della Passione di Cristo.
La commemorazione del Santissimo Sepolcro è però un falso storico: come indicato nelle Sacre Scritture, Gesù il Giovedì Santo celebrò l’Ultima Cena attraverso il rito dello spezzare il pane.
I simboli della Pasqua
Tra i simboli della Pasqua in Campania il grano svolge un ruolo fondamentale, molto usato per l’allestimento scenico del Sacro Sepolcro perchè richiama alla memoria l’Orto del Getsemani. Il grano è anche l’ingrediente principale della pastiera, dolce la cui origine è legata alla sirena Partenope.
L’uovo rappresenta l’abbondanza e la caducità dell’uomo, ma è anche simbolo della vita e della resurrezione. L’uovo è uno degli ingredienti principali del Casatiello, altro dolce tipico pasquale che allieta le tavole dei campani.
Molto diffusa l’usanza di regalare uova di cioccolato, strizzando un’occhio alla tradizione e al contempo accontentando i più golosi. Questa antica tradizione risale al Medioevo, quando i nobili donavano alla servitù delle uova sode decorate. Successivamente le uova sode sono state sostituite da quelle di cioccolata ma non sono scomparse del tutto, infatti le ritroviamo oltre che nel casatiello anche nella fellata, gustoso piatto tradizionale che al suo interno contiene tutti i sapori della terra: salumi, uova, ricotta salata, fave fresche.